Addio ai permessi artistici?


Siamo in discussione di contratto. Cosa sarà e come sarà è ancora presto per dirlo.

Parte del contratto sarà differente e forse quella parte afferente ai permessi artistici per il personale delle discipline musicali ed artistiche sarà, ahinoi, poco considerato. Parliamo, nello specifico, dell’ormai ex art. 64 del Contratto nazionale 2007: “Gli insegnanti hanno diritto alla fruizione di cinque giorni nel corso dell’anno scolastico per la partecipazione a iniziative di formazione con l’esonero dal servizio e con sostituzione ai sensi della normativa sulle supplenze brevi vigente nei diversi gradi scolastici. Con le medesime modalità, e nel medesimo limite di 5 giorni, hanno diritto a partecipare ad attività musicali ed artistiche, a titolo di formazione, gli insegnanti di strumento musicale e di materie artistiche.

Era una definizione, già ridotta al minimo, dell’art. 454 comma 1 del Testo Unico che così recitava: “Tenuto conto delle esigenze di servizio e, per quanto possibile, nel rispetto del criterio di continuità dell'insegnamento, possono essere concessi congedi straordinari con diritto alla corresponsione degli interi assegni, al personale ispettivo, direttivo e docente di materie artistiche degli istituti di istruzione artistica per lo svolgimento di attività artistiche… Detti congedi non possono avere, per ogni anno scolastico, durata complessiva superiore a 30 giorni.”

In breve i cinque giorni di permesso artistico retribuito andavano a sostituire, in pari numero, i giorni destinati alla formazione. Un principio di barlume però era conservato: se le discipline artistiche si potenziano nella pratica, è cosa di per sé evidente che la pratica stessa è condizione indispensabile per il miglioramento professionale. Ecco perché un permesso specifico, utile all’attività artistica, è necessario ai docenti che vogliono migliorare le proprie competenze. Se poi si aggiunge che tutte le attività artistiche sono mediamente svolte al termine degli studi, e dunque in concomitanza con l’età nella quale si accede all’insegnamento, è cosa chiara che non prevedere un tal permesso corrisponde alla castrazione professionale. A qualcuno potrebbe balenare in testa che non esiste un diritto specifico per i docenti delle discipline artistiche e dunque cosa vogliono questi docenti: non sono certo migliori degli altri! Vero, non sono affatto migliori degli altri, ma sicuramente sono diversi. E la diversità è resa evidente dalle specifiche procedure di selezione che questi docenti affrontano per accedere all’insegnamento: i titoli artistici.

Forse non è cosa saputa, e dunque è giusto precisare.

All’atto della domanda per accedere all’insegnamento nella scuola secondaria, i docenti di strumento musicale devono presentare un bell’elenco di titoli artistici (concerti, master, corsi di perfezionamento ecc), oltre ai classici titoli di studio (diplomi – cioè lauree), per poter essere competitivi e così aspirare all’agognato lavoro: i titoli artistici, infatti, rappresentano una parte sostanziosa (la più sostanziosa) della valutazione del curriculo personale, ben 66 punti. Pur se un docente è in possesso di più diplomi (cioè lauree) e non ha mai suonato in pubblico (dunque non avrà fatto un solo titolo artistico), avrà praticamente zero possibilità d’ insegnare.

Ora il quesito è questo: se la formazione, nel prossimo contratto, sarà obbligatoria e dunque scomparirà l’ormai ex art. 64, cosa ne sarà del permesso artistico? Esisterà ancora? oppure scomparirà?

Qualcuno mi starà dicendo: la soluzione è facile! Poiché le attività di formazione obbligatorie saranno definite nel programma triennale di ogni scuola, basta inserirlo lì, nel programma triennale dell’istituto, considerando ciò che prima era nel contratto. Così sarà salvo il permesso!

La questione sarà, allora, discrezionale: in molti istituti se ne comprenderà l’esigenza; in altri, forse nella maggioranza, sarà praticamente una chimera.

E così sarà che una volta entrati ad insegnare, i docenti di strumento musicale potranno solo fare attività artistica nel week-end, ovviamente quando non sono in programma riunioni, corsi di formazione sulle metodologie di comunicazione audio-video-digitali-pedagico-antropologiche (quelli si obbligatori!) e open-day (potranno sempre tenere un concerto per i genitori in visita alla scuola, magari posizionando un bel pianoforte sulle scale d’entrata).

Poi magari, fra un paio di anni, potremo togliere anche i titoli artistici, tanto antipatici agli uffici scolastici territoriali: tanto dobbiamo insegnare, non certo saper suonare!